L'edificio, forse di origine medievale, risale al periodo in cui Anghiari si espandeva al di fuori dell'originaria cerchia di mura. Il complesso era situato all'esterno dell'antico nucleo, a ridosso della scomparsa Porta degli Auspici (demolita nel 1612), là dove si trovavano le vecchie 'carbonaie'. Fu nei secoli ampliato e ristrutturato, subendo varie modifiche.Lo stemma, posto al di sopra di uno dei portoni, testimonia che il palazzo appartenne alla nobile famiglia Angelieri, mentre il nome dell'edificio è legato alla statua raffigurante il Marzocco fiorentino. Il leone, simbolo della sovranità popolare, era posto originariamente sul muretto della Piazza del Mercatale (oggi Piazza Baldaccio). Vi rimase fino al 1526, anno in cui fu posta in alto sullo spigolo del palazzo da parte di Ilioneo Taglieschi che la ottenne dai priori della Comunità di Anghiari. Nel 1944 cadde a causa dei bombardamenti. Quella attualmente visibile è una copia realizzata dal prof. O. Chegai.
La costruzione è il risultato dell'unione di più case torri medievali. L'originario 'palagetto' era in legno, eccetto una torre angolare rivolta a Nord, davanti alla Chiesa di S. Agostino. La torre aveva una struttura non imponente, con funzione difensiva oltre che di magazzino per le merci. Il palazzo fu distrutto in parte da un incendio nel 1307, la sua ricostruzione fu voluta probabilmente da Bartolomeo detto il Vecchietto, secondo la tipologia trecentesca della casa-torre mercantile. La trasformazione dell'edificio secondo il gusto rinascimentale si deve a Matteo Cane, capitano di ventura ed ambasciatore della Comunità. Nella colonna finemente decorata posta sull'angolo del palazzo era scolpita una testa di cane, oggi non più leggibile, che avrebbe giustificato il suo soprannome. Un grande affresco raffigurante La Vergine ed il Bambino è visibile sulla facciata, a destra dell'ingresso.
La costruzione del palazzo, posto al centro del primo nucleo di Anghiari, fu iniziata dai perugini nel 1339 e presenta un'organizzazione planimetrica ad "L". Sulla facciata si possono rintracciare le testimonianze della sua primitiva struttura come le finestre ad arco a tutto sesto, nonostante le trasformazioni avvenute nei secoli. Sono visibili inoltre molti stemmi in terracotta ed in pietra, appartenuti ai Podestà e ai Vicari di Anghiari, ed un grande affresco purtroppo piuttosto danneggiato posto dentro una nicchia . Il Palazzo fu sede del Vicariato Fiorentino e del tribunale dal 1386, dopo che Arezzo ed il suo contado passò sotto il dominio di Firenze. A partire dal XIX secolo divenne sede municipale. Il piano terra ospitava un tempo le prigioni, ancora oggi visitabili. Sul lato sinistro si trova un affresco di discrete dimensioni che rappresenta la Giustizia: l'opera realizzata intorno al 1460 è forse da attribuire ad Antonio d'Anghiari, primo maestro del grande Piero della Francesca. Sul lato destro è collocata la Cappella dell'Antico Tribunale, recentemente restaurata, ornata da affreschi quattrocenteschi. La Sala del Consiglio, in cima alle scale, custodisce opere donate al comune dal concittadino pittore Fausto Vagnetti (1876-1954), fra cui un quadro raffigurante la Maddalena in adorazione.
Appartiene al grande complesso di cui fanno parte la Cappella ed il Teatro, voluto da Benedetto Corsi e realizzato negli anni 1777-1794 su progetto dell'architetto fiorentino Lorenzo Pozzolini. Il palazzo è distribuito su quattro livelli corrispondenti all'estensione di tre precedenti unità edilizie quattrocentesche. La facciata, che rimanda allo stile architettonico tra Settecento e neo-classicismo, presenta tre ordini di finestre architravate. Il portone principale, a tutto sesto, ha in chiave d'arco lo stemma della famiglia Corsi. L'edificio venne acquistato dal Comune dopo il 1900 ed è oggi sede della Biblioteca e Archivio storico Comunale. Al piano nobile si trovano le due sale meno alterate del palazzo: ovvero quella che era la 'stanza di rappresentanza' e la 'camera da letto' del proprietario. Entrambe sono decorate con stucchi, grottesche ed elementi neoclassici, secondo uno stile eterogeneo che risente di molteplici influssi.
Il complesso edilizio denominato Palazzo Testi occupa gran parte dell'isolato racchiuso tra Via Taglieschi, Via della Torre e la porzione di circuito murario su cui si attesta Porta S. Martino. Si tratta di un complesso architettonico che si origina nel tempo per trasformazioni successive, a partire dalla fusione di alcuni edifici di epoca tardo-medievale disposti lungo Via Taglieschi. Il prospetto principale, prospiciente il Battistero di San Giovanni, oggi mostra finestre riquadrate in pietra e marcadavanzali pronunciati. Palazzo Testi, nelle sue diverse strutture tipologiche e funzionali, rappresenta simbolicamente un piccolo borgo all'interno del Borghetto.
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